NEWSLETTER "
EPPYNET.COM - Racconti Erotici
" del
25/03/2006
IMMORALE
Vago da sola in questa città... L'aria è pungente e la sciarpa di lana avvolta attorno al mio collo non risolve il disagio di questo inverno appena iniziato. La gonna corta lascia le mie gambe esposte al vento che soffia a raffiche intermittenti. La pelle arrossata, specie sul sedere e per una parte di coscia, dove non arrivano le autoreggenti, ha perso sensibilità. Cerco di evitare le fessure tra i mattoncini del centro storico, mèta ambita dei miei tacchi a spillo. Sono stata a ballare, cosa alquanto strana per me, e adesso vago perché nonostante l'ora tarda non voglio tornare a casa. L'alcol e il buio, il sudore della discoteca mi hanno eccitato. Tutti i miei compagni dell'università erano in gran forma, mi sembravano tutti belli e amabili stasera, dopo la cena innaffiata con litri di vino. Decido di chiamare Marco, il mio migliore amico, per sentire se è già arrivato alla casa dello studente e mi avvio da lui per rimanere lì a dormire. Quando arrivo davanti alla porta dello studentato la trovo stranamente aperta. Entro tranquilla con un forte senso di sollievo vista la temperatura mite dello stabile. Procedo per le scale, quattro rampe ripide coperte di linoleum sulla battuta, e sull'alzata. Cammino in silenzio e non senza problemi verso l'interno laggiù, il numero 36, l'ultimo in fondo sulla sinistra. La luce del neon lungo il muro mi rammenta un film dove il corridoio del carcere aveva la stessa tonalità, solo che, invece delle porte, a destra e sinistra c'erano le grate delle celle. Arrivo davanti all'uscio di legno laccato di blu, la maniglia grigia come quelle delle aule. Anche questa è socchiusa. Da dentro proviene una lucina soffusa, calda. Nessun rumore, solo un forte odore di incenso. Spero che Marco non abbia pensato cose strane, ma quando spingo la porta rimango senza fiato. Pablo, il mio amato Pablo, è steso sul letto. Io lo vedo di lato. Sta prono, nudo in quella luce gialla, le braccia sotto il cuscino, gli occhi chiusi e la bocca che stringe i denti sulla sua spalla. Apro ancora di più la porta e piano piano acquisisco l'immagine. Una gamba è piegata, il piede appoggiato in terra, l'altra distesa sul letto, il culo rialzato e lui, Marco, il mio migliore amico, che in ginocchio lecca il solco tra le natiche di Pablo. Rimango impietrita, Pablo apre la bocca e respira forte, un segno rosso circolare è rimasto stampato sulla pelle bianchissima del suo braccio. Mi sporgo per vedere Marco. Anche lui è nudo, completamente, altissimo e statuario, i capelli legati in una coda corta, si sposta e scende con un piede per terra, con l'altra gamba è in ginocchio sul letto. Porta una mano sul suo sesso rigido, svettante, la cappella gonfia appare e scompare dal suo pugno. Con l'altra mano intanto accarezza il culo dell'amico, con l'indice lo tortura un poco, vi entra con decisione fino alle nocche. Pablo emette un suono roco, non è dolore. Ne esce e riprova col medio, con quel dito lungo forza l'entrata e scivola nella sua stessa saliva e poi esce ancora, mentre si mena l'uccello velocemente. Accoppia le due dita, Pablo sporge il bacino verso l'amico e spalanca gli occhi quando sente le falangi premere e mi vede lì, sulla porta, sbigottita, agitata, incantata. Ha uno scatto istintivo, cerca di tirarsi su. Marco si gira verso di me mentre il tremore delle mie gambe mi accascia in terra, lungo lo stipite, e ho gli occhi lucidi per l'eccitazione. I loro occhi sono lucidi di vergogna. Cercano di ricomporsi in qualche modo. - No... – lo sussurro appena. Non voglio che si rivestano. Scivolo sul pavimento, mi sposto veloce verso di loro, li raggiungo e stringo le mani sulle cosce di Marco che è seduto sul letto col cazzo barzotto, vi appoggio le labbra, poi tiro fuori la lingua e comincio a leccarglielo, lo guardo, lo annuso, e lo prendo in bocca ancora morbido, lo succhio sentendo tornare il vigore, sento che si allunga e preme sulla base della lingua, in fondo alla gola. Con la mano lo cingo dove non arrivo con la bocca, e tiro la pelle . Il glande teso e violaceo entra ed esce dalle mie labbra. Mi prende per i capelli e mi ferma la testa, mentre il suo respiro si è fatto irregolare e rumoroso. Pablo scende dal letto e si mette dietro di me, piegata sul pube dell'amico, inginocchiata tra le sue gambe aperte. Marco mi sfrega l'asta sul sviso, sugli occhi chiusi, sul collo, mentre Pablo comincia a spogliarmi. Lo fa velocemente, con una punta di violenza, mi toglie il cappotto, la gonna e le scarpe, mi strappa di dosso il maglioncino nuovo, un bottone salta sul pavimento, il reggiseno subisce lo stesso trattamento. Con le mani mi stringe il seno mentre imbocco di nuovo il fallo granitico di Marco, vi riverso saliva, le dita di Pablo mi premono la carne, tra le costole, sulla vita sottile, sui fianchi, sulle cosce e sfiorano il bordo di pizzo delle calze, fini e velate, fino ai piedi e tornano su per afferrare il bordino del perizoma, lo abbassano lentamente e lui si gode lo spettacolo del filo che rimane incastrato tra i glutei, lo tira con più forza e scorge la macchia biancastra sul talloncino delle mutande. Marco decide i miei affondi con una mano sulla nuca e a volte spinge troppo, mi soffoca infilandomelo tra le tonsille, e soffoca i miei gemiti mentre Pablo si è steso con la testa tra le mie gambe e fa saettare la lingua sul clitoride, solo lì, tenendomi con le mani sui fianchi, muove la punta sul bottoncino, lo lecca con tutta la lingua, vi preme dal basso all'alto, con le dita lo mette allo scoperto e lo prende tra le labbra, lo succhia, intinge il mento tra i miei umori. Mi libero dalla stretta di Marco, non riesco più a muovere la testa, ansimo forte col suo cazzo stretto nella mano, scivoloso di saliva, pulsante. Pablo non si ferma mai, mi sente venire, mi sente vacillare, mi sente urlare, e non ferma mai la lingua. Mi prende per la vita e mi porta all'altezza del suo pube, con le mani a terra sorreggo il mio corpo sconvolto, con gli occhi chiusi sento il suo pene strusciare tra i miei peli, cercare l'entrata, trovarla, entrare dentro me con dolcezza. Mi calo piano e sento tutta la voglia che lo anima, schiudo le palpebre per cercare le gemine iridi verdi, e allora lui spinge forte col bacino, mi penetra fino in fondo, un colpo deciso, il mio piacere umido lo avvolge mentre mi guarda negli occhi. Le nostre bocche si incollano, le lingue si allacciano. Mi muovo freneticamente, mi muovo per il mio piacere. Mi fermo, riprendo piano. - Oh, Pablito...fratellino fratellino fratellino... – è una nenia che mi spacca la testa mentre lo guardo in faccia, la bocca aperta e sospiri profondi. Sento le mani di Marco spingermi verso il basso e piegarmi, fermarmi schiacciata contro l'altro mentre le sue dita lunghe si avventurano tra le mie natiche spalancate, mi strofinano lo sfintere umido, entrano, escono, si scambiano con la lingua, e ancora dita, e poi una pressione forte, troppo forte per non avvertire fastidio, per non trattenere il fiato - Spingi- potrebbe essere un consiglio o un ordine. Spingo, con le labbra sul collo di Pablito e gli occhi chiusi. Dolore. Una corsa interminabile fino alla fine, fino al suo pube contro di me. Si incontreranno, penso, si toccheranno se si muovono, mi apriranno... E si muovono, si sentono attraverso di me, Marco imprime un ritmo corto e serrato, colpetti repentini che si ripercuotono su Pablo, io sono trascinata dall'inerzia e il dolore che mi mordeva prima nelle viscere comincia a scemare, i movimenti si fanno più fluidi, escursioni maggiori, mi muovo anche io accogliendoli nel mio corpo lubrico, mi lascio frizionare dalla loro pelle sudata.. E' tutto molto veloce. Sto gemendo. Forse sto sussultando, ansimando, sospirando, urlando, la mia bocca aperta è l'unica cosa di cui ho coscienza , ma non sento la mia voce. Sento la loro, tra i miei capelli arruffati, sulla mia faccia. Forse sono muta per il piacere, un orgasmo unico che mi contorce . E' Marco il primo a venire, dentro il mio ano spossato riversa il suo seme bruciante, e Pablo lo segue scosso da forti tremiti. Giaccio tra le loro braccia in un groviglio di corpi ansanti, con la testa che rimbomba dell'eco di un pensiero: “ancòra, ancòra....”
Eroxè, fin da 1998, è un punto di riferimento per chi ama l'erotismo. Sono proposti migliaia di racconti erotici, e-zine, libreria, news, forum e tante altre rubriche. L'iscrizione, non obbligatoria, è gratuita così come la grande maggioranza dei racconti pubblicati. E' sempre aperta la selezione per la pubblicazione di romanzi erotici (su carta) senza nessuna richiesta di contributo all'autore.
Ricevi questa newsletter perche' ti sei volontariamente iscritto ai servizi gratuiti di EPPYNET.COM. I tuoi dati sono strettamente confidenziali e non verranno ceduti a terzi. Per consultare il testo completo sulla privacy puoi visitare la sezione dedicata disponibile in home page. Per modificare, cancellare i tuoi dati o iscriverti ad altre newsletter usa il pannello di controllo che trovi in Home Page. Per accedere usa la tua email: subemail e la tua password: subpasscode Se invece desideri cancellarti da questa lista clicca unsubscribelink