Si
sentiva il rumore della pedalina
di avviamento e nella penombra si
vedevano diverse persone armeggiare
intorno alla moto, ma questa, di
partire, proprio non voleva saperne.
Nella discoteca di periferia non
c’erano sicuramente "figli
di papà" e dalla parte
del pubblico cominciarono fischi
e insulti, in quella domenica pomeriggio
di metà anni 70 l’ospite
era semi sconosciuta e lo stare
seduti al buio in mezzo alla pista
ce la stava rendendo odiosa poi
finalmente partirono i fumogeni,
la musica e i giochi di luce.
La moto era chiaramente
spinta a mano e quando lei cerco
di scendere, il lungo abito rimase
impigliato, provocando la sua caduta
e l’esplosione di risate del
pubblico, no, non era iniziato nel
migliore dei modi e noi facemmo
di tutto per farglielo capire ma
lei proseguì.
Cominciò
con una canzone molto aggressiva
dal ritmo coinvolgente, ballava
come non avevo mai visto fare, saltava
come una scimmia e, francamente,
il suo viso nero aveva un che di
animalesco, ma il suo corpo era
di donna, e che donna! Il vestito,
molto leggero, la copriva appena
e molto spesso, durante i suoi spostamenti,
il piccolo seno usciva completamente
allo scoperto, io ero già
eccitato e come me, probabilmente,
anche tutti gli altri, lei continuava
ad incitarci, si era arrampicata
su uno dei "muri" di casse
e ballando ci mostrava il suo corpo
da dea, quando arrivarono le prime
note di "La vie en rose"
il pubblico già carico finì
di impazzire e io da sotto al palco
faticai non poco per non perdere
quella posizione privilegiata poi
lei sparì nel fumo.
Sembrava che fosse
tutto finito invece, dopo qualche
minuto, preceduta da due "armadi",
tornò fuori, era coperta
da un lenzuolo e chiamò sul
palco alcuni ragazzi del pubblico
per ballare con lei, formammo un
cerchio, noi cinque più i
due gorilla, e lei in mezzo a noi
si dimenava come una pazza, quando
un ragazzo le scostò il lenzuolo
dal seno lei si limitò a
ridere e a ricoprirsi, io, che di
donne vere ne avevo viste poche,
anzi nessuna, stavo esplodendo,
il mio sesso aveva raggiunto un’erezione
impensabile, al limite del dolore,
ero estasiato, pensavo di aver raggiunto
il massimo, pensavo...
Non so da quanto
stavamo ballando e all’improvviso
il lenzuolo davanti a me si spostò
mostrandomi due chiappette lucide
e tornite, tra le gambe sbucava
un ciuffetto di pelo nero e senza
rendermene conto la mia mano volò
li in mezzo, riuscii a fare tre
o quattro ampi movimenti sul suo
sesso prima che il mio braccio venisse
preso da una morsa, lei non si scompose
e tutto finì li, senza conseguenze.
Quando scesi dal
palco mi precipitai dai miei amici
cercando di fargli annusare la mia
mano bagnata di Lei ma loro non
avevano visto e non potevano credermi,
io però ero fra le nuvole,
mi precipitai in bagno e mi masturbai
due volte di seguito poi a casa
lo feci di nuovo, il mio pene aveva
dei comportamenti nuovi, dopo l’eiaculazione
subiva un naturale afflosciamento
ma dopo pochi minuti era di nuovo
in erezione e questa situazione
durò diversi giorni procurandomi
anche parecchio imbarazzo ma non
riuscivo a trattenermi, pensavo
a quell’incontro e correvo
a masturbarmi, anche oggi a volte
mi capita (solo di pensarci), cosa
posso dire?
Anche se non ti
ho più incontrata GRAZIE
GRACE JONES
di Roberto
R.
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